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Il perdono è un dono che facciamo a noi stessi e che ci permette di vivere una vita più serena. Ovviamente il nostro perdono è di aiuto anche agli altri, ma soprattutto è un dono per noi! Questo va ben compreso perché uno dei blocchi principali nel perdonare sta proprio nel ragionamento: “Ma come? Lui/lei mi ha fatto del male e devo far finta che non sia accaduto nulla?”.
Perdonare non vuol dire giustificare
In realtà perdonare non significa giustificare o lasciar correre, non significa far finta che nulla sia accaduto. Talvolta dopo aver perdonato possiamo anche scegliere di non riconciliarci con la persona che ci ha fatto un torto, magari perché la consideriamo inaffidabile o negativa per noi. Ma sarà una scelta fatta con la consapevolezza, non con l’emotività.
Qualora avessimo bisogno di difendere dei nostri diritti legittimi lo potremmo fare indipendentemente dell’atto del perdono. Tra l’altro non dovremmo neppure aspettarci che, a seguito della nostra decisione di perdonare, l’altra persona cambi qualcosa di sé.
Il senso autentico del perdono
“Perdonare è liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero sei tu.”
Lewis B. Smedes
Perdonare, nella sua accezione più pura, significa pulire il vissuto emozionale in riferimento ad un evento che ci ha feriti. Perdonare è liberarci dalle emozioni negative. Senza un vero perdono tali emozioni potrebbero inquinarci anche dopo anni e – addirittura – anche dopo la persona coinvolta avesse lasciato il piano fisico!
Perdonare è fare pace con la vita e spezzare le catene del dolore, del rancore e della rabbia. Il perdono non è affatto un gesto di debolezza (come qualcuno potrebbe pensare), al contrario è un atto di grande saggezza e coraggio, un dono di libertà per noi stessi e gli altri!
Non perdonare costa in termini di salute
Barry Lubetkin, psicologo e direttore dell’Istituto per la Terapia Comportamentale di New York afferma: “Mantenere del rancore prende energia mentale, emotiva e fisica.” – “C’è un forte collegamento tra la rabbia ed un vasto spettro di problemi di salute, tra cui il mal di stomaco cronico, disturbi al cuore e problematiche cutanee. Senza dubbio, più rabbia coltiviamo e più siamo sotto stress”.
Ogni qualvolta che un pensiero di risentimento e rancore entra nella tua mente, cerca di essere consapevole del danno che il tuo corpo sta subendo. Amati di più e lascia che questa consapevolezza alimenti la tua motivazione al perdonare.
Non perdonare dona potere agli altri
Nutrire risentimento permette ad altre persone di avere il controllo sul nostro benessere. Perdona e sarai capace di dirigere la tua vita verso pensieri ed azioni sempre più positivi.
L’autoresponsabilizzazione e la pulizia emotiva ci faranno tornare completamente padroni della nostra vita.
Non perdonare danneggia chi è intorno a noi
Quando non siamo capaci di perdonare si produce un effetto di avvelenamento che negativamente infetta la nostra famiglia e gli amici. Rabbia e rancore non sono negativi solo per noi stessi ma anche per i nostri cari che pagano le conseguenze dei nostri comportamenti e malumori.
Il perdono è un processo
In rari casi il perdono può essere un atto immediato. Più spesso è un processo che richiede vari step e del tempo, che quindi dovremo concederci.
1) In una prima fase le emozioni vanno accolte ed espresse. Non possono essere semplicemente bloccate, perché sarebbe più dannoso che altro. La cosa ideale sarebbe poterle esprimere in un contesto terapeutico.
2) Successivamente l’intero evento va osservato da un’altra prospettiva. Se continuiamo a guardarlo e interpretarlo dalla nostra posizione di vittime difficilmente ne veniamo fuori.
Il Perdono Assoluto
Al fine di poter osservare da un’altra prospettiva tutto ciò che ci accade è illuminante la visione del Perdono Assoluto (Radical Forgiveness) di Colin Tipping. L’autore del libro “Il Perdono Assoluto – Perdonare per crescere” parte dalla prospettiva che ogni cosa che ci accade è voluta e permessa dalla nostra anima al fine di evolvere. Secondo quanto visto in questo articolo , è come se tutti gli eventi della nostra vita fossero “dharmici”.
Da questo punto di vista, tutto ciò che incontriamo nella nostra vita è, quindi, necessario al nostro risveglio. Il confronto con aspetti non integrati del nostro essere totale (vedi qui) ci permette di integrarli e di ricordarci che siamo Esseri Divini. Anche la persona più odiosa o l’evento più terribile è stato da noi “invitato” a comparire nella nostra esistenza. Ed ecco perché non esistono vere “vittime” e veri “carnefici”. In questo modo è possibile perdonare TUTTO.
Il che non significa, lo ricordo, dimenticare ciò che è successo, giustificare un comportamento, rinunciare ai nostri diritti, ecc…
Consigli pratici
- Educati sul tema del perdono leggendo libri ed articoli al riguardo. In quetso modo lo comprenderai di più e rafforzerai la tua motivazione.
- Compila il foglio di lavoro del Perdono Assoluto più e più volte (ad es. una volta al giorno) fino a che non senti che la prospettiva interiore è cambiata del tutto o in buona parte.
- Rinuncia alla credenza irrazionale che le altre persone dovrebbero agire nel modo che tu pensi sia giusto. Ogni volta che ti ritrovi a dire: “dovrebbe” – “avrebbe dovuto”, sappi che stai solo esprimendo una tua opinione e non una verità. Stai mettendo la tua testa nel cervello di un’altra persona… ma non si può fare!
- Scrivi una lettera alla persona che ti ha fatto male. Inserisci tutto il tuo dolore e il tuo risentimento. Usa tranquillamente delle parole forti. E alla fine bruciala! Dopo averla bruciata esci dall’ambiente dove eri e fai qualcosa di diverso rispetto a quello che stai facendo prima. In quetso modo ti distaccherai con più efficacia dalla variante precedente.
Libro consigliato
Il libro “Il Perdono Assoluto” di Colin C. Tipping è assolutamente illuminante in merito alla possibilità di dissolvere ogni traccia di rancore e rabbia che ci portiamo dal passato.
Foto di copertina: https://unsplash.com/photos/ktPKyUs3Qjs