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Si sente parlare spesso di meditazione, ma non sono molte le persone che la praticano e, probabilmente, ancora meno quelle che ne comprendono il significato profondo. All’interno del percorso di Sviluppo Integrale la pratica della meditazione ha una rilevanza fondamentale.
Grazie alla pratica meditativa possiamo riscoprire, poco a poco, la nostra vera Essenza e relativizzare tutti gli altri aspetti della vita. Sebbene ogni aspetto dell’esistenza sia importante, infatti, per trovare una piena realizzazione è anche necessario svilupparne un sano distacco.
L’eccessivo attaccamento alle persone e/o alle cose, così come l’ansia di ottenere dei risultati, porta esattamente il contrario di ciò che desidereremmo ottenere. E, cosa ancora più importante, una proiezione eccessiva verso la realtà esteriore ci allontana da ciò che siamo veramente!
Cosa significa meditare?
In poche parole meditare (dhyana in sanscrito) significa toccare il centro del nostro essere. Grazie alla riduzione dell’attività ragionativa e allo sviluppo di un’attitudine contemplativa, della pura percezione, ogni persona può entrare in meditazione.
Nel momento in cui riusciamo a “staccare” la mente razionale (mente minore), si apre uno spiraglio verso la coscienza profonda (mente maggiore) e possiamo iniziare a fare esperienza della nostra Essenza.
Il piano materiale, incarnativo, è basato sulla dualità, cioè sull’interazione tra gli opposti (yin e yang, femminile e maschile, ombra e luce, sottile e denso, ecc…). La nostra stessa personalità ospita tanti aspetti interiori che si contrappongono (sé altruista e sé egoista, sé intuitivo e sé razionale, sé bambino e sé adulto, ecc…).
Esiste però un piano non-duale che costituisce la radice stessa della realtà e che rappresenta la nostra natura ultima, la nostra vera Essenza. La meditazione ci permette di contattare quel piano, come conseguenza otterremo una profonda pacificazione delle emozioni e una mente libera e rischiarata.
Focalizzarsi sulle percezioni che proviamo è anche descritto come stare nel “qui ed ora”. La meditazione si avvicina all’esperienza della contemplazione (si potrebbe dire che è uno stato di Pura Contemplazione). Quando siamo in profonda contemplazione di qualcosa, come un magnifico tramonto o una straordinaria opera d’arte, non stiamo ragionando sui ciò che stiamo osservando… osserviamo e basta. Ci abbandoniamo alle sensazioni interiori e accogliamo il benessere che ne deriva.
Lo stato che si contatta in meditazione profonda è difficile da descrivere a parole, ma chiunque può arrivare a sperimentarlo con una certa pratica.
Come si medita?
Il suggerimento più conosciuto per entrare in meditazione è quello di diventare consapevoli del respiro, portando ad esempio attenzione all’aria che passa nelle narici. In ogni caso il “trucco” è sempre quello di focalizzarsi sulle percezioni e di lasciar andare ogni ragionamento. I pensieri appariranno ma non li seguiremo, come fossero treni che ci passano davanti ma su cui scegliamo di non salire.
Un suggerimento che mi sento di darti se non avessi mai provato prima a fare meditazione è di fare dell’attività fisica prima per stancare il corpo e liberare la mente. Dopo l’attività fisica, ed eventualmente una bella doccia, prova a metterti seduto, con la schiena eretta e senza appoggio posteriore e poni una mano sul torace ed una sull’addome.
Per un paio di minuti ascolta le percezioni di una mano, poi le percezioni dell’altra e poi di entrambe contemporaneamente. Resta una decina di minuti in ascolto e questo sarà già più che sufficiente per i tuoi primi passi nella pratica meditativa. Prova a renderlo un esercizio quotidiano.
[ Libro suggerito ]
L’ascolto contemporaneo di due percezioni permette di “staccare” la mente ragionativa ed entrare in quello stato di presenza che chiamiamo, appunto, meditazione oppure, con un termine oggi molto utilizzato in psicologia, mindfulness.
In conclusione, la meditazione è fondamentale nel quotidiano sia per ritrovare “la strada di Casa” – per ricordare a noi stessi la nostra intima natura spirituale – sia per sostenerci nel giusto atteggiamento verso la vita. Una minor ansia e un minor attaccamento alle cose, nel lungo periodo hanno l’effetto di aiutarci a realizzare al meglio ogni compito.
Per approfondire leggi anche l’articolo sull’importanza dello Stato di Presenza.
Benefici della meditazione
La meditazione, in sé, non è semplicemente una tecnica ma è un vero e proprio stato dell’essere. La pura meditazione non avrebbe, quindi, uno scopo concreto. Allo stesso tempo, dedicarsi quotidianamente alla meditazione ha indubbiamente dei benefici fisici e psichici; i più importanti sono i seguenti:
● rilascio dello stress;
● riduzione degli stati ansiosi:
● riduzione degli stati depressivi;
● sensazione di benessere e felicità:
● aumentata fiducia in sé;
● migliora la relazionalità con gli altri;
● facilita il perdono;
● stimolazione della creatività;
● aiuta a combattere le dipendenze;
● migliora la fertilità;
● migliore capacità di concentrazione;
● rafforzamento della memoria;
● migliora la qualità del sonno;
● abbassamento della pressione alta;
● riduce il dolore fisico;
● ottimizza il sistema immunitario;
● rallentamento dell’invecchiamento.
Libro suggerito
Se sei interessata/o all’argomento, un libro economico ma interessante che ti suggerisco è “La Meditazione“ di Cristina Luisa Coronelli.
Questo libro ti aiuterà ad avere una panoramica generale sulla meditazione e su come iniziare a praticarla. È un testo semplice, non adatto probabilmente a meditatori avanzati, ma utilissimo per chi è agli inizi.
Dott. Nicola Saltarelli
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1998 a Pisa, si è dedicato prima alla Medicina Olistica e poi alla Formazione nella Crescita Personale. Porta avanti una propria ricerca personale e spirituale dal 1990 e oggi, con il progetto dello “Sviluppo Integrale”, presenta la sintesi di 30 anni di studi e sperimentazioni per una completa realizzazione personale (vedi qui).
Immagine di copertina: www.pexels.com
leggo che ,tra l’altro conosci l’omotossicologia (non l’omeopatia) , ed altro.
Questa conoscenza basta a confermare e dare una chiave di lettura alla questione che il raggiungimento dell’obiettivo meditazione non è per tutti ; un po quello che penso da molti anni.Il mondo olistico per me è riservato ad una categoria di persone con foglietto embionale ectoblasta particolarmente sviluppato e quindi predisposto a
possibili contatti con la non materia .. i meno “ectoblasti ” non la pensano proprio
la non materia . Quindi questo è uno dei possibili mondi che viviamo in funzione della nostra biologia ereditata , che ci logora o esalta . saluti
Ciao Luigi, io non sarei così drastico. E’ possibile che le persone con costituzione ectoblastica possano essere più predisposti alla meditazione, ma questo non significa necessariamente che gli altri somatotipi non possano beneficiare di questa pratica. Il principio stesso della meditazione, o comunque degli stati di Presenza, è ricontattare quell’Essenza che è propria di ogni essere umano. Poi è vero che ci sono delle vie e dei percorsi più consoni per ciascuna persona in base alla propria tipologia e costituzione.
Ti auguro una buona giornata! Nicola